lunedì 11 giugno 2007

Le città e la memoria. VI

[...]
Era l’alba quando disse: - Sire, ormai ti ho parlato di tutte le città che conosco.
- Ne resta una di cui non parli mai.
Marco .. chinò il capo.
- Venezia, - disse il Kan.
Marco sorrise. - E di che altro credevi che ti parlassi?
L’imperatore non batté ciglio. - Eppure non ti ho mai sentito fare il suo nome.
E Polo: - Ogni volta che descrivo una città dico qualcosa di Venezia.
- Quando ti chiedo d’altre città, voglio sentirti dire di quelle. E di Venezia, quando ti chiedo di Venezia.
- Per distinguere le qualità delle altre, devo partire da una prima città che resta implicita. Per me è Venezia.
- Dovresti allora cominciare ogni racconto dei tuoi viaggi dalla partenza, descrivendo Venezia cosi com’è, tutta quanta, senza omettere nulla di ciò che ricordi di lei.
L’acqua del lago era appena increspata; il riflesso di rame dell’antica reggia dei Sung si frantumava in riverberi scintillanti come foglie che galleggiano.
- Le immagini della memoria, una volta fissate con le parole, si cancellano, - disse Polo. - Forse Venezia ho paura di perderla tutta in una volta, se ne parlo. O forse, parlando d’altre città, l’ho già perduta a poco a poco.


(
Italo Calvino, Le città Invisibili)

1 commento:

Bongio ha detto...

Venezia resterà una delle città piu' belle che ho visitato, una delle città nelle quali tornerei, una delle città che mi ha fatto sognare di piu'...dove ho trovato per la prima volta una persona che si avvicinava al concetto di "amica"... e dove ho realizzato che chi credevo lo fosso in realtà non lo era ..una città da ricordare.. per sempre